Misurare la circolarità di un prodotto o servizio deve essere l’obiettivo di tutte le aziende per prendere atto delle quantità e tipologie di risorse naturali impiegate, tra l’altro, in termini di:
– rinnovabili e non rinnovabili,
– riciclate, riciclate permanenti e riciclabili,
– biodegradabili e compostabili,
– sostenibilità economica ed ambientale del prodotto.
Si tratta di realizzare un bilancio “input” “output” considerando l’intero ciclo di vita del prodotto. L’approccio può essere graduale sia nel considerare le tipologie di risorse da inventariare (materiche, energetiche), sia per il grado di approfondimento (coinvolgimento o meno dei fornitori o altri soggetti della filiera).
La fase di inventario deve essere molto accurata al fine di evitare approssimazioni che possono creare elevati margini di errore nella metodologia di calcolo. I dati di inventario utili per la fase di produzione sono già in possesso delle aziende in quanto rappresentano le specifiche di ogni singolo prodotto. Oltre ai dati di produzione devono essere presi in considerazioni quelli relativi agli imballaggi, alla fase d’uso (manutenzione e sostituzione dei componenti), ed in fine quelli di smaltimento e riciclo (per competenza in possesso di municipalizzate, consorzi o organismi nazionali).
Durabilità, frequenza d’uso o riuso e condivisione del prodotto, sono requisiti che devono essere necessariamente considerati nella valutazione di circolarità, in quanto permettono di ottenere indicazioni sull’efficacia di impiego del prodotto. Ci possono essere delle difficoltà nel confrontare indicatori fisici (come materiali impiegati e rifiuti generati), con indicatori di utilizzo (es. fattore di carico) e nell’ambito degli indicatori fisici dover includere sia risorse materiche che energetiche.
Una soluzione al problema è di adottare di KPI (Key Performance Indicators), che permettono di mettere in relazione tutti e cinque gli elementi chiave dell’economia circolare e quindi sia i fattori fisici che quelli di utilizzo per arrivare ad un unico risultato univoco.
Per ciascuna fase del ciclo di vita del prodotto, accanto al dato delle risorse impiegate e delle modalità d’uso, deve essere preso in considerazione il dato economico che permette di valutare l’economicità di processo. In questo modo per le imprese è possibile definire scenari di mercato intervenendo ad esempio sulle scelte dei materiali o sulla modalità di vendita del bene come prodotto o come servizio.
La scelta della migliore (o delle migliori) soluzione da perseguire può essere individuata solo attraverso la definizione di scenari di mercato dove mediante valutazioni ambientali ed economiche e di flussi di impiego di risorse, si riescono a identificare possibili implicazioni e criticità del sistema, ottenendo in questo modo indicazioni utili per le modifiche da apportare. La componente economica, accanto a quella fisica, permette di ottenere un quadro di insieme in termini di circolarità e quindi di valutare concretamente, ad esempio, se la scelta di impiegare determinate risorse garantisce una maggiore durabilità, riparabilità e riciclabilità al prodotto.
La misurazione della circolarità è un approccio che si affianca ad altri strumenti di valutazione di impatto ambientale per prodotti e/o servizi, come la Life Cycle Assessment o la Carbon Footprint.