Tutte le attività economiche sono misurabili per permettere di valutare con certezza i risultati ottenuti attraverso un bilancio (efficienza o inefficienza). Ne consegue che tutte le azioni di “economia” circolare devono essere necessariamente misurabili.
È necessario definire precisi riferimenti di misurabilità dell’economia circolare, altrimenti sarebbe alquanto difficile (se non impossibile) ottenere dei riscontri in termini di risultati dalle azioni perseguite o da perseguire e di conseguenza valutare i benefici in termini economici e di salvaguardia delle risorse.
L’“economia” determina il funzionamento del mercato e quindi è essenziale che l’”economia circolare” prenda a riferimento le stesse regole. Che sia un paese, una regione, una città, un prodotto o un servizio, una risorsa materica, idrica o energetica, l’economia è in grado di quantificarne il valore avvalendosi di unità di misura internazionali.
Misurare la circolarità è essenziale per dare concretezza e riferimenti univoci alle azioni perseguite o da perseguire: è fondamentale ottenere un riscontro che dimostri molto chiaramente i risultati ottenuti in termini di sostenibilità economica ed ambientale nella gestione delle risorse.
E’ necessario individuare un insieme di parametri che permettano di quantificare la “circolarità” di prodotti, servizi, organizzazioni, in base ai benefici che generano sia in termini di riduzione delle risorse non rinnovabili impiegate, sia in termini di risorse rinnovabili utilizzate.
Questo approccio è relativamente semplice se si considerano la quantità di materiali impiegati oppure i consumi energetici, mentre risulta più articolato nel momento in cui deve essere valutata la circolarità di requisiti come l’estensione della vita utile di un prodotto o le attività di condivisione.
Esistono a livello nazionale ed internazionale esempi di metodi più o meno articolati per la misurazione della circolarità, e l’elemento comune a tutti questi metodi è caratterizzato dalla redazione di un bilancio input – output. (Enel, Alla scoperta dell’Economia circolare. Indicatori di performances – 2017
https://www.enel.it/it/economia-circolare-futuro-sostenibile.html
Sono principalmente cinque gli elementi chiave dell’economia circolare, che possono essere declinati attraverso alcuni indicatori
Per una facile applicabilità, soprattutto per le piccole e medie imprese, è opportuno che il risultato finale si identifichi con un unico indice di circolarità che in questo modo può essere facilmente rapportato agli aspetti economici. Tale indice deve prendere a riferimento:
- la circolarità del flusso di risorse impiegate, che deve tenere conto di tutte le componenti in termini di materiali e energia rispetto al bilancio,
–input (materiali e energia se da fonte rinnovabile; materiali da riciclo, riciclo permanente, riuso, ecc)
–output (materiali destinati a riciclo, riuso o discarica).
- la circolarità di utilizzo, che deve tenere conto dell’incremento del fattore di utilizzo dei materiali, mediante l’estensione della vita utile con misure ad hoc, il maggior numero di utilizzatori dello stesso bene mediante l’applicazione dei principi di condivisione di un prodotto, o di “prodotto come servizio” rispetto ad approcci di vendita e di utilizzo tradizionali e l’incremento di efficienza energetica e di uso delle risorse che il prodotto garantisce (es. riduzione di emissioni CO2, risparmio energetico, risparmio di materiali, riduzione di produzione di rifiuti).
In questo modo è possibile arrivare ad ottenere un bilancio di circolarità relativo ad un prodotto, ad un servizio, ad una organizzazione o territorio, che evidenzia chiaramente costi e benefici per la gestione delle risorse. I risultati così ottenuti sono utili al di dare più trasparenza al mercato ed evitare informazioni ingannevoli che non esprimono con chiarezza cosa sia stato realmente fatto: l’obiettivo è di premiare le azioni più virtuose e smascherare quelle di “green washing”.
Contributo estratto dal documento “Verso un modello di economia circolare per l’Italia. Documento di inquadramento e di posizionamento strategico”. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.